Oggi incontriamo una cara amica di Progetto Primo Salto: Paola Ellisse, bravissima giornalista di Sky Sport, che abbiamo il piacere di seguire nelle telecronache del Campionato italiano di basket serie A.
Ciao Paola raccontaci qualcosa di te, del tuo lavoro, dei tuoi hobbies.
Raccontarsi non è mai facile…ho 50 anni, da 20 faccio la giornalista, devo dire che questo lavoro mi ha dato una nuova dimensione di vita. Lavoro in un mondo “di gioco”, pieno di ragazzi giovani che hanno tanta energia, un’energia contagiosa che non mi fa sentire il peso degli anni che passano, e mi consente di sentirmi sempre giovane e piena di voglia di fare progetti, di pensare al futuro come ad un libro tutto da scrivere. Come avrai intuito il mio lavoro è anche il mio hobby preferito, ma quando non sono in giro per campi di basket o in redazione mi piace moltissimo leggere, qualsiasi libro è fonte di crescita, scrivo moltissimo (anche se nessuno leggerà mai ciò che metto sulla carta) e d’estate faccio l’istruttrice di subacquea in un villaggio delle Maldive, dove posso staccare completamente la spina con il mondo e ricaricarmi. Mi piace stare in mezzo alla gente, ascoltare la storia che ognuno ha da raccontare e provare a raccontare le storie delle persone che incontro nel mondo del basket.
Da bambina piccola ero una grande appassionata di sci, andavo in montagna con la mia famiglia ogni volta che ne avevo la possibilità. A 10 anni sono entrata alla scuola di ballo del Teatro alla Scala, e anche se la danza non è esattamente uno sport posso garantirti che otto ore di lezione al giorno sono qualcosa di molto vicino al professionismo sportivo…il basket invece è diventato il mio sport preferito quando ho conosciuto il mio ex marito, all’epoca giocatore a Milano. Innamorandomi di lui mi sono innamorata del basket, e frequentando l’ambiente ho avuto la grande fortuna di riuscire ad entrare in una piccola tv privata di Caserta. Da lì una serie di casi fortunati mi ha portato fino a Milano, all’epoca a Telepiù, dove ho iniziato a fare seriamente questo lavoro transitando per il calcio, la formula uno, il tennis, ed arrivando finalmente al basket!
Non è facile essere donna in un mondo di uomini, anche se devo dire che all’interno dell’ambiente sportivo non ho mai avvertito nessun tipo di discriminazione, sono sempre stata trattata come “uno” del gruppo, senza distinzione. E’ all’esterno che è più difficile, un errore fatto da me è meno perdonabile di uno commesso da un uomo, devo sempre comunque dimostrare di poter stare dove sono, nulla è scontato. E’ dura, ma nel contempo è fonte di grande soddisfazione riuscirci, cercando di non snaturare la mia parte femminile anche se devo ovviamente usare un linguaggio maschile. In piu’ è anche divertente osservare le reazioni quando sono in giro per i campi all’estero; mi guardano come se fossi uno strano animale piovuto lì per caso, e trovo la cosa molto esilarante. Infine, so che non lo dovrei dire, ma sono enormemente orgogliosa di essere riuscita in un campo prettamente maschile, di aver dimostrato che una donna può fare qualcosa in più dell’intervista a fine partita o della conduzione tutta sorrisi. Aspetto soltanto che qualche altra donna abbia voglia di mettersi in gioco, di esporsi e provarci.
Progetto Primo salto: sport e bambini la tua opinione.
Le prime parole che mi vengono in mente sono salute e gioco. La salute del corpo e dell’anima, il comprendere che insieme si è più forti e si può arrivare più lontano, la disciplina che lo sport ti impone e che tu devi imporre al tuo fisico, la capacità di gestire istinti ed emozioni. Il tutto giocando, senza stress, senza pressioni, senza la necessità di vincere ma con la giusta competitività che ti servirà poi nella vita di tutti i giorni. Viviamo in un Paese in cui troppo spesso non ci sono strutture adatte per i bimbi, e ogni volta che mi capita di vederne una in cui le cose funzionano mi esalto al pensiero che quei bambini abbiano la possibilità di diventare, grazie allo sport, adulti più sani e persone migliori.
Continuate a giocare! Non pensate a diventare per forza professionisti, non rincorrete record o successi a tutti i costi. Lo sport è gioia, soprattutto per i bimbi, e se fatto con gioia può regalare soddisfazioni enormi. E ricordatevi che l’autocritica è la cosa piu’ importante; sbagliare è normale, darne la colpa ad altri no. Assumersi le proprie responsabilità è qualcosa che solo i grandi uomini, e i grandi sportivi, sanno fare.
Il primo, molto personale, è di poter fare questo lavoro ancora per molti anni. Poi vorrei un mondo più pulito, sia fisicamente che in chi lo abita; meno bugie più fatti. E onestamente in questo momento non ne ho un terzo, mi accontenterei cosi…
Certo che vengo a trovarvi, appena sarò da quelle parti ne sarò felicissima!!
Grazie Paola, ti aspettiamo con tutto il calore dei nostri bambini!
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