lunedì 29 novembre 2010

Capacità di sintesi

Palla avvelenata e palla prigioniera sono lo stesso gioco?

Assolutamente no! Proviamo a fare un pò di chiarezza con le definizioni che da wikipedia di questi due giochi:

PALLA AVVELENATA
Per giocare a palla avvelenata è importante che ci sia un muro, o un albero, contro cui far sbattere la palla "avvelenata". Si inizia la partita dopo che, con una conta, si è deciso chi sarà il primo battitore. Tutti allora stanno attorno al battitore, e quando questo lancia la palla contro il muro chiamando uno dei partecipanti a caso (ad esempio "Chiamo Luca!") allora tutti si mettono a correre allontanandosi il più possibile, mentre Luca cerca di raggiungere la palla. Appena la raggiunge, Luca grida "Fermi tutti!", costringendo gli altri a diventare "statue". A quel punto, Luca può compiere tre passi verso un giocatore immobile e tentare di colpirlo (in altre versioni del gioco, i passi sono vietati). Se la "statua" viene colpita, viene eliminata, ma se questa riesce a respingere la palla con le mani la palla può essere presa da un giocatore - statua più lesto degli altri. Questo diventa il nuovo battitore e può continuare il gioco in questo modo. Se invece la "statua" presa di mira riesce a bloccare al volo la palla, è il battitore ad essere eliminato, e si riprende da chi ha afferrato la palla. Vince chi rimane ultimo.

PALLA PRIGIONIERA
I giocatori sono divisi in due squadre e si affrontano su un campo di gioco rettangolare diviso in quattro fasce di grandezza diversa, due più piccole ai confini e due più grandi al centro; in queste ultime si posizionano alternati i componenti delle due squadre a inizio partita. Si nominano due capitani, e con un sorteggio (per esempio pari o dispari) questi dovranno disputarsi il diritto di scegliere i componenti della squadra e di giocare per primi. A turno, uno dei componenti di una squadra dovrà cercare di colpire un avversario o più, lanciando una palla con le mani, senza superare con i piedi o con le braccia il confine che divide i due campi. Il tiro viene convalidato solo se il pallone non urta il terreno prima di colpire un avversario. Quando un avversario viene colpito dal pallone viene "fatto prigioniero", e si deve spostare nella fascia più piccola, dietro ai giocatori della squadra che ha messo a segno il colpo. Se un prigioniero prende la palla, può cercare di colpire direttamente gli avversari e tornare libero. Se dopo un tiro la palla viene presa al volo da un giocatore della squadra avversaria, sarà colui che ha tirato la palla ad andare nella zona prigionieri. Vince la squadra che cattura tutti gli avversari.
I giochi di Progetto Primo Salto.....

venerdì 26 novembre 2010

Tanti auguri Pippi Calzelunghe!

Pippi Calzelunghe sembra non poter invecchiare… e invece oggi festeggia i suoi 65 anni.
Pippi, sbucata dal romanzo della scrittrice svedese Astrid Lindgren, ma ancora oggi negli schermi televisivi è in formissima, con le sue treccine rosse all'insù e un'energia innaturale.


L’attrice che le ha dato il volto ha compiuto lo scorso anno 50 anni.

Inger Nilsson è una bella signora nordica, svedese, bionda e sorridente che per nulla ora ricorda quella ragazzina ribelle con le calze multicolori e le trecce rosse che ha inchiodato davanti alla tv i bambini degli anni Settanta.

L’attrice che ha interpretato Pippi Calzelunghe nel telefilm omonimo tra il 1969 e il 1973 ancora ora non riesce a staccarsi di dosso l’immagine di quella strana bambina dalla forza sovrumana, creata dalla fantasia della scrittrice Astrid Lindgren.

Nonostante l’incredibile successo televisivo della serie tv la Nilsson non è infatti riuscita a costruirsi una vera e propria carriera come attrice.

Il suo lavoro è quello segretaria in un ospedale di Stoccolma. Una sorte condivisa con Maria Persson e Par Sundberg, i due attori bambini che dopo aver interpretato gli ‘amici’ di Pippi Annika e Tommy, sono scomparsi dalle scene.

giovedì 25 novembre 2010

Un, due, tre stella!

Iniziamo il nostro viaggio tra i giochi tradizionali, quelli della nostra infanzia, un viaggio a ritroso nella nostra memoria di bambini.
La settimana scorsa con i bambini del Progetto Primo Salto in palestra abbiamo fatto questo gioco semplice ma divertentissimo.
Requisiti: nessuno; attrezzature nessuna; condizioni: tanta voglia di divertirsi!

Da wikipedia:
Un, due, tre, stella! è un gioco da bambini tradizionale. Si gioca in gruppo.
Tutti i bambini tranne uno (quello che "sta sotto") si allineano a un'uguale distanza da un muro.
Il bambino che "sta sotto" si appoggia al muro, dando le spalle agli altri, e conta ad alta voce "uno, due, tre, stella!", per poi voltarsi di scatto.
Mentre il giocatore che sta sotto è girato, gli altri possono avvicinarsi; quando quello si volta di scatto, però, devono essere immobili.
Se il giocatore che sta sotto percepisce il movimento di un giocatore (per esempio nel caso questo non sia riuscito ad acquistare una posizione di equilibrio in tempo), quest'ultimo deve retrocedere fino al punto di partenza.
Vince il giocatore che riesce ad arrivare per primo al muro senza che il primo giocatore se ne accorga.

Non si dovrebbe, ma a noi piace chiamarla così: la capriola

Nell'erba, per terra, sul letto o sul divano. Alzi la mano chi non ha mai fatto una capriola!
Ops i professionisti di attività motoria a questo punto mi bacchetteranno dicendo che si dice capovolta.....beh perdonatemi ma a Progetto Primo Salto piace chiamarla così!

Vi siete mai chiesti a voi chi l'ha insegnata? Io non lo ricordo....
E i vostri figli la sanno fare?....chissà....vi posso assicurare che ci sono tanti bimbi che hanno bisogno di imparare la tecnica corretta da qualcuno; sapete perchè? la risposta non è che sono più imbranati di noi, ma semplicemente che hanno meno spazi, tempo e voglia di provare da soli.
Per questo ho deciso di pubblicare questo post prendendo spunto dal sito www.ciamassociazione.it:

Cos’è la capovolta?
La capovolta è uno sbilanciamento del corpo in avanti, con conseguente rotolamento sui segmenti corporei: nuca, parte alta del dorso, zona lombare, bacino. La capovolta fa’ parte degli schemi motori di base che il bambino deve apprendere. Non si tratta di un gesto particolarmente difficile; i bambini piccoli, infatti, tendono a farlo spontaneamente; a volte però la paura di trovarsi in una posizione inconsueta, può generare paura.

Percorso didattico 
È opportuno ricordare che effettuando la capovolta: le mani siano rivolte verso l'avanti e appoggiare a terra con i palmi; il capo sia flesso verso il petto; la testa non tocchi il terreno durante la rotazione.
Ecco la progressione:
1- Seduti a terra in posizione di massima raccolta, rullare all’indietro appoggiando, in successione, i diversi segmenti corporei: bacino, zona lombare, zona dorsale della colonna vertebrale, nuca, spalle; ritornare nella posizione iniziale(il bambino può così percepire il contatto dei segmenti corporei con il suolo).
2- Eseguire la capovolta partendo da un piano inclinato.
3- Eseguire una capovolta partendo da un tappetone, così da facilitare la caduta e il rotolamento in avanti.
4- Eseguire una capovolta partendo dalla posizione in ginocchio, al fine di favorire il primo contatto con il terreno, effettuando il contatto con lo stesso partendo da una posizione non troppo elevata.
5- Eseguire la capovolta partendo da gambe divaricate.
Poiché la capovolta nasce da una perdita di equilibrio del corpo (ovviamente controllata), tutti questi esercizi servono al bambino per rendere più semplice tutto ciò. Le differenti partenze con il bacino più in alto rispetto alle mani, facilitano di molto questa perdita di equilibrio. Questo tipo di gradualità permette al bambino di acquisire un controllo del proprio corpo e dei propri movimenti, fino a comprendere l’esatta esecuzione del gesto, che riuscirà poi ad eseguire senza grossi problemi. é molto importante l'assistenza continua dell'insegnante, che deve aiutare il fanciullo, nella fase dello sbilanciamento, assicurandosi che il capo venga tenuto nella posizione corretta, ponendo una mano sulla nuca degli allievi. 

martedì 23 novembre 2010

Ma Giochi Senza Frontiere ve lo ricordate?

Era il 1965: lo statista francese Charles De Gaulle auspicava l'unità economica Europea ma s'impegnava anche per creare il primo gioco internazionale che unisse le nazioni coinvolte nei suoi progetti, incrementando l'amicizia fra i paesi della neonata istituzione. La formula nasce dall'esperienza italiana di Campanile sera che venne a sua volta copiata in Francia da Guy Lux con il titolo di "Intervilles", per l'allora statale TF1: delle cittadine si confrontavano giocando, in piazza. A quel punto il passo fu breve: aderirono al progetto Germania, Belgio e l'Italia e nacque "Jeux sans frontieres".

La prima edizione andò in onda nel 1965 e poi ogni estate ininterrottamente fino al 1982; dopo una sospensione di alcuni anni, il programma riprese nel 1988 e andò avanti fino al 1999. I giochi senza frontiere erano una sorta di olimpiadi dove ogni nazione partecipante era rappresentata, in ogni puntata, da una diversa città o (più spesso) cittadina che sfidava in prove molto divertenti e bizzarre le città delle altre nazioni. In quasi tutte le edizioni ciascuna puntata veniva ospitata in una delle città partecipanti alla puntata stessa; nelle ultime quattro edizioni i giochi furono disputati in un'unica sede.

Il gioco consisteva in una serie di prove che le nazioni dovevano affrontare per guadagnare punti. Nelle prove in cui le nazioni si sentivano più forti potevano giocare (in molte edizioni) il jolly, che faceva raddoppiare il punteggio totalizzato, mentre, a turno, saltavano una prova per giocare il fil rouge.

Qualche ragazzo più giovane forse non ricorderà la famosa frase “Attention… trois, deux, un…” . E la mitica coppia Pancaldi-Olivieri: Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, storici arbitri internazioneli dei giochi, presenti sin dalla prima edizione (nel '65), restano in carica fino agli anni ottanta, periodo in cui vengono rimpiazzati dal belga Dennis Pettiaux, presente fino all'ultima edizione.

Piscine, giochi e tanto divertimento targato EUROPA. Ben prima dell’Euro.

Esiste un sito www.giochisenzafrontiere.net dove vengono raccolte le firme ( ad oggi circa 4000) per il ritorno del format in tv.

IO MI GIOCO IL JOLLY!!!!!!!

venerdì 19 novembre 2010

Educazione e controllo della respirazione

Durante il corso di Progetto Primo Salto lavoreremo su un aspetto che spesso viene sottovalutato o addirittura tralasciato in altri corsi di avviamento allo sport ovvero l'educazione e il controllo della respirazione.

A 5-6 anni il bambino ancora non ha una buona presa di coscienza dell'atto respiratorio, non è quindi in grado di eseguire correttamente sia volontariamente o naturalmente una buona esecuzione della respirazione. 


Respirazione che didatticamente viene divisa in 4 fasi: inspirazione, pausa o apnea inspiratoria, espirazione , pausa o apnea espiratoria. A questa età assumono , molta importanza le fasi dell’espirazione legata alla fonazione e la pausa inspiratoria cui è legata l’attenzione.


Alcuni esercizi per il controllo e l'educazione della respirazione:

a) I bambini, seduti in cerchio a gambe incrociate, fanno finta di spegnere una candela: dopo questa espirazione chiudono la bocca e inspirano silenziosamente dal naso. Sempre nella stessa posizione alla turca, i bambini chiudono le narici con le dita, quindi le allargano per inspirare dal naso ed espirano poi dalla bocca come per spegnere la candela.Un altro esercizio consiste nell'inspirare ed espirare chiudendo alternativamente l'una o l'altra narice. Dilatare e restringere le narici giova a chi soffre di adenoidi.

b) o ancora , in maniera un po’ più dolce , una volta posizionata un’asticella a circa un metro e 20 da terra invitiamo i bimbi di immaginare di essere al mare e che l’asticella sia il livello del mare . A questo punto diciamo ai bimbi di prendere aria nei polmoni perché si va sott’acqua (cioè essi si devono piegare per scendere sotto il livello della asta per poi risalire fuori dall’acqua, sopra l’asticella, e quindi buttare fuori l’aria per prenderne di nuova per essere pronti ad una nuova immersione…………….

c) facciamo sdraiare i bambini su un materassino, quindi chiediamo loro di buttare fuori , lentamente , dai polmoni tutta l’aria che hanno, una volta che essi sono privi di aria nei polmoni gli chiediamo di sgonfiare la pancia , per poi gonfiarla .

d) da una espirazione normale , chiediamo al bambino di immagazzinare nei polmoni , molto lentamente , la maggior quantità d’aria che gli è possibile , poi gli chiediamo di spostare l’aria che hanno nei polmoni prima in basso verso il ventre poi in alto verso la gola.

Crescerai....i Nomadi...poesia in musica

Per giocare un aquilone un gesso bianco, 
il vecchio muro bastava un niente 
per sorridere una bugia 
per esser grande. 

Crescerai, imparerai 
crescerai, arriverai 
crescerai, tu amerai. 

Bastava un niente un campo verde 
una corsa e poi a pescar sul fiume 
bastava un niente per sorridere 
una bugia per esser grande. 

Crescerai, imparerai 
crescerai, arriverai 
crescerai, tu amerai 
il rimpianto rimarrà 
di quell'età, di quell'età. 

Crescerai, imparerai, 
crescerai, arriverai 
crescerai, tu amerai 
Crescerai, imparerai, 
crescerai, tu arriverai 
crescerai, amerai 
crescerai, tu imparerai.

indifferenza è vergogna

L’Onu ha dichiarato per il 19 novembre la giornata mondiale per la prevenzione dell’abuso sull’infanzia.


In occasione di questa giornata, fino al 21 novembre Terre des Hommes lancia la CAMPAGNA SMS 45509 per cancellare i segni della violenza sui bambini e invita tutti a indossare il nastro giallo, simbolo della campagna mondiale per la prevenzione dell’abuso sull’infanzia per dire: “IO proteggo i bambini, SI’ alla prevenzione contro gli abusi”.

Progetto Primo Salto in prima linea contro gli abusi sull'infanzia!



giovedì 18 novembre 2010

noi partecipiamo e tu?

Questa è la settimana dei diritti dell’infanzia che culminerà sabato 20 novembre, a memoria della ratifica della Carta dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, avvenuta il 20 novembre 1995. Sette giorni per riflettere e per fare il punto sulla lotta per i diritti dell’infanzia, su quello che si è fatto in questi anni e su quello che ancora c’è da fare. Ci saranno tantissimi eventi, che prenderanno il via in tutta Italia in questi giorni o nella giornata mondiale dell’infanzia di sabato 20 novembre. Vi vogliamo anche riportare un’altra iniziativa molto carina a cui tutti possono aderire in modo semplice e senza alcun costo. Vediamo di cosa si tratta.


Se in queste ore vi siete accorti come, sul social network Facebook, tutti i vostri amici stiano cambiando la loro immagine profilo con quella di un personaggio dei cartoni animati, sappiate che non sono tutti impazziti!

Si tratta semplicemente di un’iniziativa volta a sostenere questa settimana: cambiate la vostra immagine profilo di Facebook con quella di un personaggio dei cartoni animati della vostra infanzia che amavate particolarmente e il gioco è fatto!

Dal 15 al 20 novembre, questo piccolo gesto vi rende partecipi delle importanti iniziative di sensibilizzazione sui problemi, ancora troppi, dell’infanzia nel mondo. Ovviamente nessuno ha la bacchetta magica, ma con piccoli gesti come questo si può portare alla luce un’iniziativa molto bella e importante che forse non tutti conoscono.

Cosa aspettate? Andate subito sul vostro profilo Facebook e cambiate l’immagine del profilo con una dei cartoni animati che hanno accompagnato la vostra infanzia!

Noi abbiamo scelto la carica dei 101 per rendere partecipi i nostri "cuccioli" di questa iniziativa.

grazie Gloria...

Gloria è una bimba del Progetto Primo Salto....

A scuola un bambino le chiede...

< Gloria ma te che sport fai?>
< Primo Salto>
< e che sport è ?>
< ........ci si diverte!>

Grazie Gloria.....10 e lode per la risposta!

mercoledì 17 novembre 2010

L’emozione non ha voce ma… parla con il corpo

Nei bambini piccoli è il linguaggio del corpo che ci comunica la loro gioia, preoccupazione, tensione, il loro benessere o il loro malessere.
I ritmi frenetici della nostra vita quotidiana, gli appartamenti troppo stretti e angusti, il tempo di permanenza a scuola che spesso è troppo lungo, sono un insieme di motivi per cui i bambini hanno poche occasioni per "liberare" il corpo nel movimento e nel gioco libero. 
Il movimento, che troppo spesso sottovalutiamo, apporta benefici sia mentali che fisici, basti pensare alle interminabili ore passate dietro i banchi di scuola, seduti e composti ad ascoltare ciò che viene detto dall'insegnante, che denota quanto la mente e il pensiero siano più importanti del nostro corpo. 
L'attività fisica è un'esigenza naturale, ma è anche una necessità legata alla ricerca personale della propria identità: con il nostro corpo entriamo in relazione con gli altri e cerchiamo un "equilibrio" interiore in questa relazione. 
Con Progetto Primo Salto il corpo diventa strumento di conoscenza, di espressione e comunicazione con gli altri. 
La consapevolezza e la riflessione sulle proprie azioni costituiscono il fulcro dell'educazione psicomotoria, che si pone come scopo l'armonizzazione psicofisica del bambino attraverso la consapevolezza e il controllo dei movimenti e dei gesti.

martedì 16 novembre 2010

la forza dentro di noi

Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi Sogni, perché c’è un’unica creatura che può fermarti, e quella creatura sei tu. Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi sogni. Non smettere mai di cercare, tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.


L’unico responsabile del tuo successo o del tuo fallimento sei tu, ricordalo…ogni pensiero o idea pronunciata a voce alta viaggia nel vento, la voce corre nell’aria, cambiandone il corso. Se sei brava da udire abbastanza, tu potrai ascoltare l’eco di saggezze e conoscenze lontane nel tempo e nello spazio. Tutto il sapere del mondo è a disposizione di chiunque sia dispostoa credere e a voler ascoltare.

La libertà è una scelta che soltanto tu puoi fare: tu sei legata soltanto dalle catene delle tue paure. Non è mai una vera tragedia provare e fallire, perché prima o poi si impara, la tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.

Mentre noi possiamo orientare le nostre mosse verso un obiettivo comune, ognuno di noi deve trovare la sua strada, perché le risposte non possono essere trovate seguendo le orme di un’altra persona….Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te, immagina ciò che puoi raggiungere quando sei tu a credere in te stessa.


Peter O’Connor, da "Ali sull’oceano":

lunedì 15 novembre 2010

autostima nei bambini

Come rendere i propri figli sicuri di se e aiutarli a diventare adulti sereni e consapevoli del proprio valore. I consigli della psicologa Anna Maria Roncoroni, presidente Aistap (neonata associazione per lo sviluppo del talento e della plusdotazione)

Sin dai primi anni di vita, i bambini cominciano a costruire una propria immagine di sé, che viene alimentata soprattutto dall’atteggiamento che i grandi hanno nei loro confronti. Ecco come possiamo accrescere la loro autostima e farli diventare adulti sereni e sicuri.

“I bambini non nascono con una percezione di sé, ma la costruiscono a poco a poco osservando come gli altri reagiscono di fronte ai loro comportamenti” premette Anna Maria Roncoroni, psicologa e presidente Aistap (Associazione Italiana per lo sviluppo del talento e della plusdotazione).

“I bambini cercano l’approvazione negli occhi degli adulti – soprattutto dei genitori e delle persone con le quali trascorrono più tempo - capiscono se sono contenti di quel che fanno e questo li aiuta a costruire un’immagine di sé armonica. L’immagine di sé infatti si può dividere in tre parti:
- il sé reale, che è quel che il bambino crede di essere
- il sé ideale, cioè quel che vorrebbe essere
- il sé imperativo, quel che sente di dover essere.

Nel corso della crescita, più questi tre elementi sono in accordo tra di loro, più il bambino crescerà sereno e svilupperà autostima, più si crea uno scollamento, più il bambino non si sentirà adeguato e accettato dalle sue figure di riferimento e percepirà la discrepanza tra quel che sente di essere e quel che gli altri si aspettano da lui.

Strettamente collegati al concetto di autostima sono il concetto di autoefficacia, cioè l’idea che una persona ha di riuscire a superare gli ostacoli, e il concetto di auto-motivazione, cioè sentirsi motivati a fare certe esperienze se ci si sente capaci di affrontarle: avere un elevato senso di autoefficacia e auto-motivazione consente di costruire un’immagine di sé positiva, che migliorerà la propria autostima”.
Progetto Primo Salto ....il bambino è convinto di divertirsi!

Imparare a perdere

“Lancio il dado e ancora una volta mi esce un sei. Fortuna sfacciata, ho vinto anche questa partita a Gioco dell’Oca. La mia piccola, come sempre, ci rimane malissimo e piange disperata.
“Non si può sempre vincere - le dico -. Vedrai che la prossima volta andrà meglio. Comunque la cosa più importante è divertirsi, non vincere”.
“Non è vero, voglio sempre vincere,” ribatte la piccola.

La bimba ha cinque anni e come molti bambini della sua età, non riesce a mandare giù le sconfitte. Come si può fare per aiutarla?

Secondo Armin Krenz, ricercatore all’Istituto di psicologia applicata e pedagogia di Kiel, in Germania, il genitore nell'esempio ha sbagliato a cercare di consolare la bimba. "La rabbia deve emergere – sostiene Krenz -. Gli adulti devono confermare i sentimenti dei bambini, in modo che questi possano sfogare le proprie frustrazioni.”

Allora che cosa avrebbe dovuto dire il genitore a sua figlia? "Questo stupido dado! Anche io da piccolo mi arrabbiavo tantissimo quando perdevo. Ho persino fatto a pugni con il cuscino!"

“I bambini si liberano dai sentimenti di rabbia solo se possono esprimerli”, ribadisce Kerstin Bahrfeck-Wichitill, pedagoga del linguaggio dell’Università tedesca di Dortmund.

Quello che gli adulti fanno fatica a capire è che per i bambini una sconfitta al Gioco dell’oca non è una cosa da poco, è una minaccia esistenziale, una risposta brutale alle domande "Chi sono?" e "Cosa so fare?" Insomma può colpire pesantemente l’ autostima.

Dovremmo quindi risparmiare ai nostri figli queste esperienze? E bandire giochi come il Gioco dell'oca o altre forme di competizione?

"No, si sa che i bambini non sono buoni perdenti - dice Krenz – ma se a cinque-sei anni continuano a lamentarsi per le sconfitte, vogliono essere sempre i primi e decidere sempre a che gioco giocare, bisognerebbe andare un po’ più a fondo e aiutarli a recuperare sicurezza in se stessi.

A quell’età dovrebbero infatti aver già raccolto sufficienti esperienze per perdere senza troppi drammi".

Federico, sei anni, appena un anno fa faceva il diavolo a quattro a ogni sconfitta. Ora invece sembra aver imboccato la strada giusta. Litiga meno con i compagni, si infuria meno e sa anche perdere.

Forse perché sua mamma ha introdotto un nuovo rituale per la sera e negli ultimi tempi si occupa molto più di lui. Forse perché le sue maestre hanno capito come prenderlo.

E forse anche perché ha iniziato a dedicarsi di più a giochi in cui vincere non conta. “Si tratta sicuramente di un mix di cose, ma non va sottovalutato l’ultimo aspetto - osserva Krenz -. I giochi di movimento, in cerchio, di ruolo e le costruzioni, in cui i bambini imparano anche il loro valore personale, sono più formativi dei giochi che mettono in competizione e aiutano a superare le sconfitte”.
Progetto Primo Salto...si vince e si perde con il sorriso!

fare sport per i bambini....un'occasione da non perdere

Lo sport è una scuola di vita perché insegna ad avere rispetto per sé e per gli altri. Attenzione però: non deve essere vissuto dal bambino come qualcosa di imposto, ma come un piacevole diversivo.

Imporlo no, proporlo sì “Lo sport è un’occasione che dobbiamo offrire ai nostri figli - sottolinea Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta veneziana -. Essendo venuto meno lo spazio nei cortili, noi genitori dobbiamo metter loro a disposizione dei luoghi dove possano muoversi in libertà. In un’epoca in cui non si hanno molte possibilità di giocare con fratelli, cugini o vicini di casa, mancano infatti al di fuori della scuola, altre occasioni per stare insieme ad altri bambini.

Praticare uno sport offre al bambino l’opportunità di socializzare con altri coetanei, insegna a ‘lavorare’ insieme per un progetto comune e a rispettare le regole del gioco. Ma insegna anche ad aver rispetto per sé stessi e per gli altri, non sentirsi invincibili di fronte ai compagni solo perché si riesce bene nella pratica sportiva e a non sentirsi degli sconfitti solo perché si è più lenti degli altri”.

Per Progetto Primo Salto, lo sport per il bambino deve essere un gioco e niente più. I genitori non devono riversare su di lui i loro desideri e non devono pretendere che primeggi sui compagni. Devono essere contenti di lui se è bravo, ma anche se non riesce benissimo. Anzi, in questo caso è bene parlare con il proprio figlio per capire se gli insuccessi gli procurano frustrazione.

Lo sport può essere un’ottima occasione di socializzazione anche tra le famiglie: cercare di organizzarsi per accompagnare e andare a prendere a turno i bambini può essere più comodo (i genitori non rischiano di trasformarsi in tassisti a tempo pieno!) e dà vita a nuove amicizie, per i bambini e non solo!

grandi sogni...

"Alcuni di noi lasciano morire i grandi sogni, ma altri li nutrono e li proteggono; …abbiatene cura nei giorni brutti affinchè portino il sole e la luce che viene sempre a chi spera col cuore che i propri sogni si avverino."

Woodrow Wilson

i benefici dello sport per i bambini

Lo sport è un elemento fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, ancora di più di quanto lo sia per gli adulti, tanto da esser stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale.

L'attività fisica regolare apporta innumerevoli benefici al corpo e alla mente dei più piccoli:
- irrobustisce il fisico e ne previene le malattie
- sviluppa e aiuta a mantenere sano l'apparato osseo
- aiuta a controllare il peso corporeo
- aiuta a ridurre il grasso e la pressione sanguigna
- riduce lo stress, l'ansia, la depressione e la sensazione di solitudine
- prepara i bambini all'apprendimento futuro
- migliora il rendimento scolastico
- aiuta a controllare vari rischi comportamentali, come l'uso di tabacco, droghe o di altre sostanze, le abitudini alimentari scorrette, il ricorso alla violenza
-insegna loro alcuni dei più importanti valori della vita quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, modestia, comunicazione, leadership, capacità di affrontare i problemi, ma anche interdipendenza. Tutti principi, questi, alla base dello sviluppo.

Non tutti i bambini accettano con entusiasmo l'idea di fare dello sport o del movimento. E' quindi fondamentale il modo in cui la si presenta. L'obiettivo deve essere duplice: muoversi divertendosi. Per questo è essenziale che il bambino viva l'attività fisica come un momento di gioco, senza dare importanza ai risultati ottenuti in termini di prestazione sportiva (naturalmente devono essere valorizzati quando sono positivi, ma non devono creare frustazione in caso contrario). Da questo punto di vista sarebbe opportuno scegliere sport preferibilmente da svolgere in compagnia di bambini della medesima età.

Qualunque sia la scelta, comunque, il supporto positivo dei genitori e degli adulti di riferimento rimane essenziale perchè il piccolo rafforzi la propria autostima e tragga sempre nuovi stimoli per migliorare.

filastrocca..."la Terra è una palla"


Che bella 
La terra è una palla
Che salta nell’aria in un cielo d’amore
Ha in testa
Foreste smeraldo 
La neve sul naso e il mare nel cuore.
Figlio di un orso
Mia madre è una fata
La Forza di un treno
Che va a cioccolata
Son buoni i canguri 
Mi piaccion le rane
Non da mangiare 
Ma insieme saltare.
Dentro nell’acqua 
L’azzurro di un gioco
Quanto mi piace
Io quando nuoto
Vogliono fare
Il mare d’inchiostro
Forza bambini 
Noi contro il Mostro.
E vedrai che poi sarà
Tutta un’altra civiltà
Con la voglia di cantare le giraffe coi
pinguini.
E vedrai che poi sarà 
Notte di felicità
Con la fiabe della mamma dentro al sonno
dei bambini.
Che bella 
la terra è una palla
Che salta nell’aria in cielo d’amore
ha in testa 
Foreste smeraldo
La neve sul naso e il mare nel cuore.
Milioni di stelle 
Da noi anni luce
Milioni di mondi 
Che avranno una voce
La voce biscotto
Che hanno i bambini
stringiamoci le mani 
E stiamo più vicini.

giovedì 11 novembre 2010

bilancio dopo il primo mese di lavoro....

12 ottobre ore 18,30: primo giorno della prima edizione di Progetto Primo Salto....

che emozione...abbiamo lavorato tanto per questo giorno, riunioni tecniche, pianificazione anche dei più piccoli dettagli...ci troviamo mezzora prima per prepararci. Eccoli, stanno arrivando, sono tanti! i bambini entrano in palestra con una certa diffidenza, non capiscono bene cosa sono venuti a fare.
Mamma gli ha detto: dai andiamo a provare questo corso di....corso di....., beh...andiamo a provare a vedere se ti piace; e il bambino....ma cosa mi fanno fare?; la mamma....ehm...andiamo non ho capito bene nemmeno io però se non ti piace ce ne andiamo via subito non ti preoccupare!!!!
I bambini salgono le scale della palestra...qualcuno di loro non ne ha mai vista una, arrivano sull'arco della porta e....si apre un mondo. Ad accoglierli ci sono Claudio, Agnese, Anastasia e Cristina, ma soprattutto c'è un sorriso e una parola dolce di benvenuto. Nella palestra sono sparsi palloni, cerchi, birilli, ostacoli, cinesini, bastoni e tappetini....al muro le spagliere. I più coraggiosi entrano, con la faccia a punto interrogativo e la nostra risposta è...vai e muoviti in libertà. L'intento è quello di metterli a loro agio, fargli scoprire un universo nuovo a loro estraneo, fargli percepire che siamo li con lo scopo di farli divertire. I primi audaci si lanciano e cominciano a giocare, altri timidamente li seguono, qualcuno si defila ha la necessità di guardare per capire, ma non c'è fretta ognuno ha bisogno del suo tempo...del suo modo di approcciarsi alla novità. Spesso scappano dai genitori, per un bacio, un abbraccio o semplicemente per fare una pausa. Cercano il loro sguardo, la loro approvazione. Alla fine dell'ora siamo tutti nel mezzo al campo, con tanti sorrisi, è andata molto bene....i bambini lentamente si sono sciolti e hanno giocato insieme. Siamo tutti stanchi ma davvero soddisfatti.

9 novembre ore 18,30: è trascorso un mese, 9 giornate....

il gruppo è numeroso, si sono iscritti una ventina di bambini e giorno per giorno qualcuno si aggiunge.
Arrivano in palestra 15-20 minuti prima, quel campo è diventato il loro regno...
c'è la musica che li accoglie in palestra....hanno lo stesso zainetto e sono tutti vestiti uguali (martedì maglietta bianca, giovedì maglietta nera)...giocano in libertà con quelli che ormai sono diventati attrezzi familiari. I genitori fanno fatica a cambiarli perchè fremono per entrare e cominciare a divertirsi. Inizia la lezione, il fischio di Claudio e tutti al centro della palestra in cerchio. Sono diventati bravi, disciplinati (chi più chi meno...ma sono bimbi mica robot!). Facciamo il riscaldamento, mobilità articolare, si ride e si scherza, è la parte più noiosa ma ci sorprendono per l'attenzione che ci mettono. Poi percorsi motori, staffette e tanti giochi. Ma è già finita l'ora....nooooo. Tutti nel mezzo, ci diamo la mano e facciamo per noi....weeeee.

Ciao bimbi alla prossima!

bambini e palloncini....

Palloncino è un bambino che, a differenza di altri suoi compagni, non può fare a meno di scappare verso l’alto. Non può star seduto a tavola composto; non può trattenersi a lungo fermo sul banco;non può dar la mano alla mamma al mercato. Palloncino tenta di comportarsi bene, ma alla fine di una giornata piena di buoni propositi si ritrova sempre da un’altra parte. Finché, un giorno, vola tanto in alto da trovarsi nel mondo dove solo i pensieri possono arrivare. Lì, fa tutti i sogni che vuole. E’ finalmente soddisfatto.
Ma ora che è arrivato così in cima da vedere il mondo come un puntino, è verso quel puntino che vuole tornare. Come gli piacerebbe riuscire a tenere i piedi per terra e solo la testa tra le nuvole, in questo modo potrebbe usare i sogni e le idee conquistate per cambiare quel piccolo pezzo di mondo che è il suo.

mercoledì 10 novembre 2010

anticonforfista....voglio restà bambino!

"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!"

(Alice In Wonderland )

martedì 9 novembre 2010

il carico motorio

Le attività ludico motorie, in situazione di apprendimento motorio, costituiscono un carico motorio, cioè quell’insieme di attività organizzate dall’istruttore che superano il livello di sollecitazione motoria insito nei comuni gesti e movimenti della vita quotidiana.

Per capacità di carico s’intende la capacità dell’organismo di tollerare sforzi senza alterazioni della salute. Significa assimilazione, tolleranza del carico ed è la condizione di base per l’adattamento.
La grandezza della capacità di carico dell’organismo equivale alla capacità di prestazione della sua componente più debole. Quindi è su di essa che si deve regolare il carico. Per quanto riguarda l’allenamento in età infantile, in primo piano ci sono i limiti di tolleranza dei sistemi biologici, perché questa è la fase nella quale sono sensibili al massimo ad alterazioni provocate dal carico.

Sistemi sensibili ad alterazioni dovute al carico:
• Apparato locomotore e di sostegno
• Sistema ormonale
• Sistema nervoso vegetativo

IL CARICO MOTORIO:
• Intensità dello stimolo - grandezza del singolo stimolo
Densità dello stimolo - rapporto temporale tra fasi di carico e di recupero
Durata dello stimolo - durata dell’azione di un singolo stimolo o di una serie di stimoli
Volume dello stimolo - durata e numero degli stimoli per unità di tempo
Frequenza dell’allenamento - numero delle unità di allenamento quotidiane o settimanali

lunedì 8 novembre 2010

respiriamo aria positiva

Nel corso del progetto è nostra ferma intenzione far percepire ai bambini un'atmosfera tale da:
* Incoraggiarli ad essere attivi
* Favorirne la natura personale dell’apprendimento
* Ammettere l’idea che essere differenti è cosa accettabile
* Riconoscere e tollerare l’errore
* Incoraggiarli ad avere fiducia in sé
* Dare loro la sicurezza di essere rispettati ed accettati
* Facilitarne la scoperta e l’elaborazione individuale
* Porre l’accento sull’autovalutazione

un bambino è un bambino!

"Il bambino non è un adulto in miniatura e la sua mentalità non è solo quantitativamente, ma anche qualitativamente diversa da quella degli adulti, e per questa ragione un bambino non soltanto è più piccolo, ma anche diverso."

( Eduard Claparéde 1937 )

un bambino impara da ciò che vive...

Se un bambino vive nella critica impara a condannare.
Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire.
Se un bambino vive nella paura impara ad essere timoroso.
Se un bambino vive nella condiscendenza impara a commiserarsi.
Se un bambino vive nell’ironia impara ad essere timido.
Se un bambino vive nella gelosia impara ad essere invidioso.
Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.
Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere fede.
Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.
Se un bambino vive nella lode impara ad apprezzare.
Se un bambino vive nell’accettazione impara ad amare.
Se un bambino vive nell’approvazione impara ad accettarsi.
Se un bambino vive nel consenso impara che è bene avere un obiettivo.
Se un bambino vive nella condivisione impara ad essere generoso.
Se un bambino vive nell'onestà impara ad essere sincero.
Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.
Se un bambino vive nella gentilezza e nella considerazione impara ad essere rispettoso.
Se un bambino vive nella sicurezza impara ad avere fiducia in se stesso e in quelli intorno a loro.
Se un bambino vive nell’amicizia impara che il mondo è un bel posto in cui vivere.

Doroty Law Nolte

una nuova settimana insieme...

"Se un bambino non riesce ad imparare, insegnagli tu un metodo con il quale possa imparare ad imparare".

Prof. Reuven Feuerstein

venerdì 5 novembre 2010

sorridi...

"Sorridi senza una ragione. 
Ama come se fossi un bambino. 
Sorridi, non importa cosa dicono. 
Non ascoltare una parola di quello che dicono .....
.....perché la vita è bella così!"


dal film La vita è Bella di Roberto Benigni.

mercoledì 3 novembre 2010

bello lo zainetto.....

che risate ieri...con i bimbi che indossavano questi zainetti grossi come loro....qualcuno secondo me ci stava anche dentro ah ah ah...fantastici i nostri bimbi!!!!!

Promemoria per i genitori.....

Visto che in caso di errore rischiate il linciaggio da parte dei vostri figli......vi lascio questo post per ricordarvi la maglietta da portare agli allenamenti:
Progetto Primo Salto
MARTEDI' --- maglia bianca
GIOVEDI' --- maglia nera

Mi raccomando.......per la vostra incolumità!