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giovedì 19 aprile 2012

Tre principi per giocare

Più volte abbiamo parlato di come Progetto Primo Salto ponga al centro dell'attività educativa dei bambini il gioco. L'attività ludica viene proposta seguendo tre semplici principi:

Ripetizione: i bambini desiderano ripetere attraverso il gioco l'azione motoria per acquisire maggiore abilità e sicurezza di esecuzione; con la ripetizione consolidano, a livello cognitivo, i gesti e i movimenti di base per il proficuo svolgimento dell'attività.

Variazione: una volta che il bambino ha appreso un gioco, non è opportuno per lui restare a lungo fermo allo stesso tipo di attività: l'allenatore deve introdurre alcune varianti che tengano conto del suo interesse e dell'obiettivo di fondo insito nel gioco.

Gradualità: se un gioco risulta difficoltoso per il bambino, perchè inadatto al suo livello di maturazione, non riesce a stimolare la sua attenzione anche se ritenuto interessante dall'allenatore. Alla stessa stregua, un gioco troppo facile, anche se bello, dopo un certo tempo scade nell'interesse dei bambini perchè poco stimolante per loro.
Risulta evidente che i giochi devono passare gradualmente attraverso una scala crescente di difficoltà allo scopo di tenere vivi l'entusiasmo, il piacere di giocare e l'impegno mentale.

"Il maggior ostacolo per il piacere del gioco è la forza dell'abitudine. Le vecchie abitudini sono comode perchè permettono di non pensare a cosa si sta facendo in quel momento" (H.Wein)

giovedì 25 novembre 2010

Non si dovrebbe, ma a noi piace chiamarla così: la capriola

Nell'erba, per terra, sul letto o sul divano. Alzi la mano chi non ha mai fatto una capriola!
Ops i professionisti di attività motoria a questo punto mi bacchetteranno dicendo che si dice capovolta.....beh perdonatemi ma a Progetto Primo Salto piace chiamarla così!

Vi siete mai chiesti a voi chi l'ha insegnata? Io non lo ricordo....
E i vostri figli la sanno fare?....chissà....vi posso assicurare che ci sono tanti bimbi che hanno bisogno di imparare la tecnica corretta da qualcuno; sapete perchè? la risposta non è che sono più imbranati di noi, ma semplicemente che hanno meno spazi, tempo e voglia di provare da soli.
Per questo ho deciso di pubblicare questo post prendendo spunto dal sito www.ciamassociazione.it:

Cos’è la capovolta?
La capovolta è uno sbilanciamento del corpo in avanti, con conseguente rotolamento sui segmenti corporei: nuca, parte alta del dorso, zona lombare, bacino. La capovolta fa’ parte degli schemi motori di base che il bambino deve apprendere. Non si tratta di un gesto particolarmente difficile; i bambini piccoli, infatti, tendono a farlo spontaneamente; a volte però la paura di trovarsi in una posizione inconsueta, può generare paura.

Percorso didattico 
È opportuno ricordare che effettuando la capovolta: le mani siano rivolte verso l'avanti e appoggiare a terra con i palmi; il capo sia flesso verso il petto; la testa non tocchi il terreno durante la rotazione.
Ecco la progressione:
1- Seduti a terra in posizione di massima raccolta, rullare all’indietro appoggiando, in successione, i diversi segmenti corporei: bacino, zona lombare, zona dorsale della colonna vertebrale, nuca, spalle; ritornare nella posizione iniziale(il bambino può così percepire il contatto dei segmenti corporei con il suolo).
2- Eseguire la capovolta partendo da un piano inclinato.
3- Eseguire una capovolta partendo da un tappetone, così da facilitare la caduta e il rotolamento in avanti.
4- Eseguire una capovolta partendo dalla posizione in ginocchio, al fine di favorire il primo contatto con il terreno, effettuando il contatto con lo stesso partendo da una posizione non troppo elevata.
5- Eseguire la capovolta partendo da gambe divaricate.
Poiché la capovolta nasce da una perdita di equilibrio del corpo (ovviamente controllata), tutti questi esercizi servono al bambino per rendere più semplice tutto ciò. Le differenti partenze con il bacino più in alto rispetto alle mani, facilitano di molto questa perdita di equilibrio. Questo tipo di gradualità permette al bambino di acquisire un controllo del proprio corpo e dei propri movimenti, fino a comprendere l’esatta esecuzione del gesto, che riuscirà poi ad eseguire senza grossi problemi. é molto importante l'assistenza continua dell'insegnante, che deve aiutare il fanciullo, nella fase dello sbilanciamento, assicurandosi che il capo venga tenuto nella posizione corretta, ponendo una mano sulla nuca degli allievi. 

martedì 9 novembre 2010

il carico motorio

Le attività ludico motorie, in situazione di apprendimento motorio, costituiscono un carico motorio, cioè quell’insieme di attività organizzate dall’istruttore che superano il livello di sollecitazione motoria insito nei comuni gesti e movimenti della vita quotidiana.

Per capacità di carico s’intende la capacità dell’organismo di tollerare sforzi senza alterazioni della salute. Significa assimilazione, tolleranza del carico ed è la condizione di base per l’adattamento.
La grandezza della capacità di carico dell’organismo equivale alla capacità di prestazione della sua componente più debole. Quindi è su di essa che si deve regolare il carico. Per quanto riguarda l’allenamento in età infantile, in primo piano ci sono i limiti di tolleranza dei sistemi biologici, perché questa è la fase nella quale sono sensibili al massimo ad alterazioni provocate dal carico.

Sistemi sensibili ad alterazioni dovute al carico:
• Apparato locomotore e di sostegno
• Sistema ormonale
• Sistema nervoso vegetativo

IL CARICO MOTORIO:
• Intensità dello stimolo - grandezza del singolo stimolo
Densità dello stimolo - rapporto temporale tra fasi di carico e di recupero
Durata dello stimolo - durata dell’azione di un singolo stimolo o di una serie di stimoli
Volume dello stimolo - durata e numero degli stimoli per unità di tempo
Frequenza dell’allenamento - numero delle unità di allenamento quotidiane o settimanali

mercoledì 13 ottobre 2010

Incontro con.....Antonio Rinaldi

Oggi andremo a conoscere un professionista del mondo della pallavolo, un ottimo allenatore, ma soprattutto una persona dal grande spessore umano: Antonio Rinaldi.

Ciao Antonio…..presentati ai nostri amici…..
Ciao!!!!…sono nato in Puglia a Foggia, e fino alle scuole superiori ho vissuto in una cittadina piena di monumenti e storia, ma soprattutto piena di sport: Lucera, poi finite le scuole ho frequentato l’università di Scienze Motorie  ad Urbino (non potevo fare altro…Mamma, Papà, Zia e prima ancora Nonno insegnanti di Educazione Fisica…non potevo scappare!!!!!) e da li praticamente per 5 anni non mi sono più mosso. Ho iniziato ad allenare continuando fortunatamente a giocare  fino a che, conclusa la Laurea Specialistica in Scienze e Tecniche dello Sport, ho ripreso a spostarmi con immenso piacere ma questa magari è un’altra storia
Raccontaci come hai iniziato a fare sport….cosa ricordi dei primi passi nel mondo del volley?
Come puoi immaginare, ho iniziato prestissimo; i miei genitori avevano una palestra di ginnastica artistica e ritmica. I primi passi nello sport sono stati proprio nell'artistica, poi  a 6 anni ho iniziato con il volley. Mi ricordo di quel periodo, tanta voglia ed allegria, ma anche tanta disciplina, tecnica ed impegno anche se eravamo tutti dei marmocchietti. Poi è arrivato il tennis, lo sci, il nuoto ed ultimo la pallacanestro: una formazione multilaterale che mi ha sicuramente aiutato molto, ma quello che ricordo fermamente è che la pallavolo è stata sempre al mio fianco ormai praticamente da 19 anni.
E ora a cosa stai lavorando?
Ora mio malgrado sto “solo” allenando ed ho dovuto abbandonare la pallavolo giocata (so che nessuno se ne dispiacera…..ma a me manca molto!!!!). Ad ogni modo, mi sono dedicato negli ultimi anni ad inseguire un sogno, quello di poter conciliare il lavoro con la passione e per il momento ci sto riuscendo. La pallavolo ora è il mio lavoro: collaboro con un’importante società di Serie A1, la Chatoe d’ax Urbino, con il ruolo di coordinatore di un settore giovanile nascente, che mira a coinvolgere anche l’entro terra della provincia.
Il momento più bello della tua carriera……e quello più brutto….
Sicuramente entrambi legati all’esperienza della scorsa stagione, la mia prima esperienza in una società di serie A, sempre alla guida di una formazione giovanile, il ricordo più brutto è stato anche quello più bello…perché come sappiamo dalle sconfitte si cresce e si rinasce sempre più forti; e bene ne ho avuto la prova, l’obiettivo di una stagione, l’accesso alle finali provinciali U18 sfuma in un golden set che ha dell’incredibile. Ma se pur non ancora consapevoli di quanto stesse accadendo, il gruppo intero è rinato da quella triste serata e l’obiettivo finale è diventato goccia dopo goccia sempre più concreto e sempre più vicino fino alla meritata salvezza alla penultima di campionato con una delle gare più belle della stagione…ancora colgo l’occasione di ringraziare un gruppo di ragazze davvero fantastico, che si è stretto sempre più soprattutto nei momenti di bisogno.
Come hai conosciuto Progetto Primo Salto?......raccontaci questo incontro…..
Mi viene sempre da sorridere quando ci penso, anche se ormai mi sembra di conoscere Claudio da una vita…parliamo veramente tanto entrambi. Ci siamo conosciuti grazie ad uno dei nuovi strumenti della comunicazione…internet!! Poi da un primo contatto i rapporti si sono stretti sempre più, fino a che mi ha fatto sentire parte della famiglia, anche se aspetto ancora di mangiare questa benedetta fiorentina, ma soprattutto aspetto la bottiglia di brunello che tanto mi ha promesso.
Cosa vorresti dire ai bambini che stanno per iniziare il Progetto?
Di sicuro che hanno scelto il posto giusto, dove divertimento e voglia di imparare sono ingredienti fondamentali per la crescita e la formazione di tutti, bambini, genitori, istruttori e perché no anche il territorio che li accoglie. Non dovranno mai scoraggiarsi davanti alle difficoltà perché esse saranno alla base del loro cammino di crescita e che troveranno sempre, nei loro compagni, negli istruttori e nei collaboratori tutti un supporto insostituibile e…soprattutto BUON DIVERTIMENTO!!!!! Imparare a crescere con lo sport è un diritto per tutti!!!
Hai trovato la lampada di Aladino……esprimi tre desideri per il tuo futuro
Eh…non è semplice con i tempi che corrono…però un paio di sogni c’è li ho, ma non ve li svelo per ora; vediamo cosa succede!!!!!
Fai un saluto agli Amici del Progetto Primo Salto….ti aspettiamo presto a Siena…..
Auguro intanto buon lavoro a tutti, e spero di essere in palestra con voi il più presto possibile!!!!
Questa è una promessa o una minaccia…mah.
Antonio Rinaldi per noi un grande amico……
Grazie a voi per tutto quello che fate, il nostro movimento sportivo in generale ne ha sempre più bisogno e non mi dilungo qui nell’elogiare l’importanza di un’attività di qualità fin dai primi approcci sportivi, perciò ancora grazie…con la speranza di poter sempre essere utile, un abbraccio a tutti Voi!!!