Di seguito vengono proposti alcuni suggerimenti per i genitori del Progetto Primo Salto, frutto di esperienze che servono ad indicare un modello di comportamento positivo nei riguardi dei propri figli, modello che, ovviamente non ha nessuna pretesa di essere un Dogma, ma solo una traccia di riflessione.
• Stimolare, incoraggiare la pratica sportiva, lasciando che la scelta dell'attività sia fatta dal bambino.
• Instaurare un giusto rapporto con l'allenatore per fare in modo che al bambino arrivino sempre segnale coerenti dagli adulti di riferimento.
• Lasciare il bambino libero di esprimersi nell'allenamento e nella competizione (è anche un modo di educarlo all'autonomia).
• Evitare di esprimere giudizi sui suoi compagni o di fare paragoni con essi: è una delle situazioni più antipatiche che si possano verificare sia per i piccoli che per i grandi.
• Evitare rimproveri a fine attività. Dimostrarsi invece interessati a come vive i vari momenti delle esercitazioni ed eventualmente evidenziare i miglioramenti. Aiutarlo a porsi obiettivi realistici ed aspettative adeguate alle proprie possibilità.
• Offrire molte opportunità per un'educazione sportiva globale. Rispetto delle regole, degli impegni, delle priorità, dei propri indumenti, degli orari, dei compagni, dell'igiene personale. Il genitore deve concorrere al raggiungimento di questi obbiettivi con l'allenatore.
• Sdrammatizzare, incoraggiare, evidenziare gli aspetti positivi. In ogni caso salvaguardare il benessere psicologico del bambino.• Avere un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto al risultato, saper perdere è molto più difficile ed importante che saper vincere. Nello sport, come nella vita, non ci sono solo vittorie e dopo una caduta bisogna sapersi rialzare.
• Tener conto che l'attività viene svolta da un bambino e non da un adulto.
• Cercare di non decidere troppo per lui.
• Cercare di non interferire con l'allenatore nelle scelte evitando anche di dare giudizi in pubblico sullo stesso (in caso di atteggiamenti ritenuti gravi rivolgersi in Società).
• Cercare di non rimarcare troppo al bambino un esercizio mal riuscito o quant'altro evitando di generare in lui ansia da prestazione (non bisogna essere né ipercritici né troppo accondiscendenti alle sue richieste che spesso sono solo dei capricci).
• Incitare sempre il bambino a migliorarsi facendogli capire che l'impegno agli allenamenti in futuro premierà (rendendolo gradatamente consapevole che così come a scuola anche lo sport per far bene c'è bisogno di un impegno serio).
• Abituare il bambino a farsi la doccia, legarsi le scarpe da solo e a portare lui stesso la borsa al campo sia all'arrivo che all'uscita (rendendolo piano piano autosufficiente).
• Cercare di ascoltare il bambino e vedere se quando torna a casa dopo un allenamento è felice.
• Ricordarsi che i compagni del proprio bambino sono anche loro bambini e che pertanto vanno rispettati quanto lui e mai offesi.
Il bambino che sceglie di impegnarsi in uno sport merita rispetto e stima da parte dei genitori, che devono cercare di spronarlo ed incoraggiarlo nello svolgimento di tale attività, ma sopratutto capire, e fargli comprendere , che lo sport è prima di ogni cosa, divertimento e voglia di stare insieme, senza nutrire gelosie inutili o false ambizioni, che, il più delle volte, sono di ostacolo e non di aiuto al giovane.
Molto spesso nel corso degli allenamenti colui che è più carico di tensioni è proprio il genitore.
Il bambino, invece, scuote le spalle, cancella quasi subito l'errore o la sconfitta e, in definitiva, l'unica cosa di cui veramente si rammarica è l'idea della predica che lo aspetta a casa. Può capitare che inconsciamente si tenda a realizzarsi attraverso il bambino e a proiettare su di lui i desideri che non si è riusciti a soddisfare da giovani.
Con la convinzione che "lo si fa per il suo bene", in realtà si può correre il rischio di diventare veri e propri deterrenti psicologici, non solo condizionando negativamente il rendimento, ma, fatto ancora più grave, danneggiando lo sviluppo psicologico del ragazzo. Molto spesso si vorrebbe che il proprio figlio non dovesse mai soffrire, ne commettere errori, ma ricevere dalla vita solo gioia e felicità: questo, purtroppo, non è possibile ed il compito del genitore diviene, perciò, quello di non intromettersi nelle scelte del figlio e di non voler vivere la vita al suo posto, capendo che ogni errore commesso ed ogni dolore provato aiuta il bambino
a crescere ed a formare una sicura personalità.
Penso che l'attività sportiva sia uno dei mezzi migliori per aiutare il proprio figlio a maturare e a crescere, in quanto lo sport spinge il bambino ad impegnarsi, a cercare di migliorarsi, a mettersi continuamente alla prova, a stringere rapporti sociali, a comprendere il sacrificio e l'umiltà, ad assumersi delle responsabilità ed a divenire membro di una collettività nella quale vigono, per ciascuno, diritti e doveri.
Noi con voi per i vostri e i nostri bambini! Un sincero ringraziamento a tutti i genitori del Progetto!
Questo post è davvero interessante!!! Dovremmo fare un manifesto e affiggerlo in tutte le palestre
RispondiEliminaè molto esaustivo,da mamma mi viene da dire che noi per primi in quanto genitori dobbiamo credere nei nostri bambini,lasciandoli liberi di vivere le loro esperienze senza caricarli di chissà quali aspettative...che c'è di più bello se nn vederli felici..??
RispondiEliminaFrancesca Orazioli (mamma di un bimbo del Progetto)
COMPLIMENTI, STATE FACENDO UN GRAN BEL LAVORO. VEDERE I BAMBINI CHE PERDONO UNA GARA APPALUDIRE I VINCITORI, DA GENITORE DICO CHE è UNA SODDISFAZIONE.
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