Progetto Primo Salto è un corso dove la parola d'ordine è il divertimento del bambino. Tuttavia tale divertimento è inquadrato in regole che i bambini stessi devono rispettare. Il nostro obiettivo è di permettere loro un graduale passaggio dalla posizione di bambino piccolo che è dipendente e narcisista, tutto concentrato su di sé e sui propri bisogni e che si aspetta tutto dagli altri, alla posizione di bambino che si rivolge agli altri, che sa cogliere i bisogni degli altri diversi dai suoi, che sa occuparsi degli altri, che sa stare con gli altri.
Regole e "no" aiutano in questo cammino:
* Le regole danno sicurezza e contenimento: aiutano il bambino ad orientarsi nella realtà, a riconoscere che ci sono dei limiti, a capire fin dove può spingersi e dove fermarsi. Questo lo aiuta a muoversi nel mondo, nonostante le esperienze che dovrà inevitabilmente fare è importante che abbia dei riferimenti chiari;
* Le regole esterne diventano regole interne: le regole e i limiti posti dall’esterno diventano via via regole e limiti interni, interiorizzati, e permettono al bambino di acquisire più facilmente autonomia, autocontrollo, morale interna
* I “no” permettono di sperimentare la frustrazione: le regole e i no fanno crescere perché permettono al bambino di sperimentare la frustrazione e di abituarsi a fare i conti con essa. Non è possibile che nel futuro dei nostri figli vi sia sempre la piena e completa soddisfazione di loro desiderio. Incontreranno sicuramente delle frustrazioni, dei divieti, delle cose che non possono fare o non possono avere, e devono abituarsi a tollerare tutto ciò;
* Non è possibile avere tutto e subito, occorre sapere aspettare / sapere rinunciare / saper guadagnare: i no trasmettono al bambino che non è possibile avere tutto e subito: certe cose si possono avere ma ci vuole del tempo, bisogna saper aspettare e certe cose vanno conquistate, guadagnate;
* I no danno valore e significato ai sì: senza l’esperienza della mancanza e della frustrazione tutto viene dato per scontato, per acquisito, non c’è più desiderio, e questo produce un profondo senso di noia (che è un male molto diffuso nella gioventù di oggi), una mancanza di desiderio, un impoverimento delle emozioni (il gusto di raggiungere finalmente qualcosa che si è tanto desiderato viene meno);
* Il limite mi fa scoprire che ci sono altri al di fuori di me: mi costringe a decentrarmi. Il limite aiuta il bambino a rendersi conto che non c’è soltanto lui con le sue esigenze: “ci sono anche gli altri e gli altri sono diversi da me, quindi inevitabilmente pongono dei limiti a me e alla mia libertà e io devo saper tollerare questo. Il no mi fa capire che c’è qualcun altro con cui mi devo confrontare e non solo qualcun altro che soddisfa tutti i miei desideri; mi aiuta cioè a spostare l’attenzione da me stesso agli altri e ai bisogni degli altri che dovrò armonizzare con i miei. L’altro non è soltanto colui che soddisfa i miei bisogni, ma è un soggetto con i suoi bisogni, con le sue esigenze, che devo rispettare, rispetto a cui devo riconoscere i limiti”.
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