Ma la soddisfazione provata ieri è stata qualcosa di indescrivibile.
Un bambino che supera le sue paure, ti prende la mano e si fa accompagnare al centro del campo per fare l'allenamento con tutti gli altri.
Poco importa che per arrivare a questo ci siano voluti quasi due mesi, poco importa se agli occhi di tanti possa sembrare una cosa normale. Per noi non lo è stato, per i genitori di Ettore non lo è stato.
Voglio ringraziare proprio loro Fabio e Chiara che hanno creduto in noi, nel nostro lavoro quando sarebbe stato più semplice abbandonare il campo.
Ma noi non molliamo...
Alla prossima sfida!
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