Il primo anno di Progetto Primo Salto è terminato ed è il momento di tirare le somme di un anno trascorso insieme. Oggi pubblichiamo con piacere le riflessioni della nostra mitica istruttrice Anastasia Pisani.
Alla fine di questo bellissimo anno tante sono le cose che mi passano per la mente. Ricordo i dubbi e le paure di quando Claudio mi ha illustrato, in un bar di un distributore, la sua idea e io lo guardavo con una faccia…una faccia perplessa, sorpresa, ammirata, contenta?!...non so, bisognerebbe chiederlo a lui…perché in quel momento avevo un mare di pensieri: il progetto mi piaceva tanto, mi pareva straordinario, ma la sorpresa più grande era perché Claudio stesse proponendo questo proprio a me, ad una persona che in fin dei conti non ha figli e non aveva mai avuto esperienze di palestra con bambini tanto piccoli, ad una persona che, in un momento particolare della sua vita (senza che Claudio lo sapesse) aveva davvero bisogno di una cosa come quella…e la voglia di dire subito sì, era soffocata dalla paura di non essere all'altezza…perché in fondo cosa mi si chiedeva di tanto difficile? solo di portare me stessa e il mio amore per lo sport in palestra, di divertirmi ed essere felice per regalare divertimento e un po’ di felicità a dei bambini di cinque anni...hai detto niente!!! Insomma, alla fine ho detto sì, forse un po’ freddamente, pensando: “mah, staremo a vedere!”
Poi è iniziata l’avventura e immediatamente mi sono accorta di essere totalmente a mio agio in quel contesto e subito quel Progetto Primo Salto che fino ad allora avevo vissuto come qualcosa strettamente di Claudio e basta, è diventato anche mio, è diventato di tutti noi, di Claudio, di Agnese, di Cristina, dei bambini, dei genitori, dello staff scientifico e di Anastasia. Questa è stata forse la cosa più bella di tutto il Progetto: il tentativo di creare in palestra una sorta di microcosmo, in cui ognuno di noi potesse portare il proprio modo di vivere lo sport, in cui non ci fosse soltanto un allenatore a decidere gli esercizi e dei bambini a eseguirli alla perfezione, ma un insieme di persone a interagire, ognuna portando il proprio unico e speciale contributo, anche quello apparentemente più insignificante. Di qui la necessità di coinvolgere i genitori nel nostro lavoro: aspetto fondamentale, visto che i genitori sono i “primi allenatori” dei loro figli. Devo ammettere che questa era una parte del lavoro che mi preoccupava molto: in tanti anni di attività sportiva ho visto spesso genitori intromettersi totalmente a caso nelle attività sportive dei figli, creando un danno al gruppo e al figlio, piuttosto che un beneficio. Invece, i nostri genitori sono stati fantastici e il successo delle varie attività che abbiamo fatto insieme lo dimostra.
Molte cose si potrebbero dire di ciò che è accaduto durante questo anno: i progressi motori dei bambini, il miglioramento di alcuni di loro nel vivere la competizione non come una prova stressante, ma semplicemente come un gioco…ma di questo forse parlerà qualcun altro meglio di me. In questo momento io preferisco soffermarmi su altri due aspetti, che insieme a quello precedente, sono stati per me il punto di riferimento della mia attività.
Il primo riguarda ciò che per me significa lo sport. Lo sport per me è prima di tutto amore per il movimento in senso lato, non legato necessariamente ad una particolare disciplina sportiva e ai ritmi frenetici che, talvolta, accompagnano la pratica agonistica: questo tipo di amore per il movimento per me significa soprattutto amore per se stessi. Non so se questo è un aspetto che si possa insegnare ad un bambino, forse è un qualcosa che ognuno di noi impara da solo nel corso del tempo, ma credo che avvicinare i bambini al movimento in modo diverso da come avviene in molti centri di avviamento allo sport possa aiutare.
Infine, l'ultimo aspetto che per me è stato essenziale nel corso dell’anno, è stato ben descritto dalla frase riportata nel retro della nostra foto (vi assicuro che trovarla è stata fonte di commozione e di gioia immensa!): “Grazie per averci insegnato che nello sport quello che conta è giocare insieme, divertirsi, tifare anche per gli avversari, essere leali e generosi, non abbattersi nelle sconfitte e non vantarsi per le vittorie!”…che dire, fin dall'inizio è ciò che avrei voluto trasmettere ai bambini e se solo è passata una piccola parte di tutto questo, io sono la donna più felice del mondo. E sarebbe meraviglioso che questo insegnamento non si applicasse solo allo sport.
Allora permettetemi di prendere questa frase di ringraziamento e trasformarla in augurio per tutti, affinché si possa imparare che nella vita, stare insieme agli altri, rispettando ed essendo rispettati, aiutando ed essendo aiutati, condividere le gioie e a volte anche le lacrime (perché la vita è anche questo) è uno dei privilegi della specie umana. Perché sono davvero convinta che non ci si possa divertire senza giocare insieme.
Anastasia Pisani
Hai dato forma a emozioni e sentimenti che noi genitori abbiamo provato in palestra in questo anno, ed abbiamo piano piano preso parte a questo progetto fino a sentirlo davvero nostro: la giornata finale ha dimostrato la voglia di "esserci" tutti!
RispondiElimina"happiness is real only when shared" è la frase finale di un bellissimo film che si intitola INTO THE WILD e significa che la felicità esiste davvero solo quando si può condividere con gli altri...
Siete stati fantastici, spero che in qualche modo il senso di gratitudine per averci accompagnato in questa avventura sia passato da tutti noi...
Al prossimo anno
Michela