Focus su 5 punti

1 - Polivalenza – multilateralità - polisportività 

Principio della polivalenza: Le attività motorie devono avere carattere orientato allo sviluppo di capacità ed abilità la cui trasferibilità, valenza e validità sia molteplice. 
Principio della multilateralità: fa riferimento agli aspetti didattici, cioè ai contenuti, ai mezzi e alla loro organizzazione (giochi, percorsi, circuiti, prove multiple).
Principio della polisportività: fa riferimento alla pratica di molteplici e svariate discipline sportive o di azioni di gioco tratte dalle stesse. Un programma di attività fisica «unilaterale e standardizzato» ha come obbiettivo principale quello di allenare e sviluppare la qualità fisica maggiormente coinvolta in quella determinata disciplina sportiva. A tal fine vengono adottati programmi di allenamento che utilizzano pochi e ripetitivi gesti, col rischio quasi inevitabile, di rallentare o ancor peggio, di bloccare, i processi di apprendimento motorio del bambino.
Al contrario, un allenamento «multilaterale» favorisce lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle qualità psicofisiche allenabili nel ragazzo in quanto utilizza esercitazioni varie, alternate e polivalenti.

2 - Dimostrare è meglio che spiegare

L'allenatore deve saper dimostrare ogni gesto e poi lasciare al bambino la libera interpretazione motoria. Dare tanto tempo al bambino per poter familiarizzare con la nuova abilità motoria, con il fondamentale, quindi tante proposte: "bambino + palla" perché deve prendere confidenza con il gesto da apprendere. A 5 anni il bambino è sempre in movimento, alla ricerca di nuove esperienze. È possiede una grande capacità di riprodurre globalmente tutto ciò che vede. E' un essere di azione e non verbale anche se è in grado di eseguire un'azione motoria in seguito ad una semplice consegna verbale ma senza pensare ai dettagli di esecuzione. E’ importante ricordare che il bambino è guidato da un grande desiderio di emulazione e di ricerca di gratificazione da parte dell' adulto.

3 - Attenzione ed interesse

L'attenzione è labile, l'interesse è momentaneo e incostante; l'apprendimento avviene per prove ed errori e tramite la vista (80-85%) e non attraverso spiegazioni verbali. 
Proporremo quindi giochi di breve durata (5'-6') con spiegazioni di facile comprensione, veloci e con regole semplici; proposte globali, tramite giochi. La correzione avverrà attraverso la variazione del compito motorio e con frasi positive (per esempio se un bambino non riesce a segnare, bisogna essere in grado di capirne il perché: troppo lontano ("prova a tirare da questa posizione ", avvicinarlo), mancanza di forza ("prova a tirare con questo pallone", più leggero), tira lateralmente ("prova a tirare davanti al bersaglio" indicare e segnare la giusta posizione, più facile è il tiro frontale). 

4 - Spazio alla fantasia

Lasciare molto spazio alla fantasia, alla libera interpretazione del gesto motorio.
A 5 anni il bambino non riesce a vedere le cose dal punto di vista altrui, per cui nel gioco ognuno gioca per sé senza preoccuparsi delle regole del vicino (tutti alla fine del gioco vincono). 
Durante il gioco il bambino crede di essere al centro dell'universo, non esistono i bisogni degli altri. Percorsi liberi per sviluppare la fantasia. 

5 - L’allenatore e l’atteggiamento attivo/positivo

E’ fondamentale per l’allenatore fare molta assistenza ed avere un atteggiamento "attivo" in palestra (essere sempre attenti ed osservare tutto) e non "passivo" cioè far eseguire la proposta ed attendere lo scorrere del tempo. Dimostrare ogni proposta in modo globale, spiegazione anche durante l'esecuzione sia dell' allenatore che dei bambini.
L’allenatore deve parlare al bambino in modo positivo, durante l'esecuzione della proposta sia per gratificarlo sia per "correggerlo ("bravo, stai palleggiando bene!" "grande lancio, ma adesso prova a ..." "bene, adesso proviamo a...") . 

Riassumendo:

- Metodo della libera scoperta o della scoperta guidata. Per esempio: "muovetevi per il campo come volete ma la palla non deve mai stare ferma ", ogni bambino interpreta personalmente l'ordine verbale, l'istruttore osserva e poi si mette lui stesso a giocare con i bambini in mezzo a loro
- istruttore con presenza attiva, che gratifica e corregge durante l'esecuzione (parlare in positivo)
- istruttore entusiasta, che ami stare con i bambini, che sappia fare il "bambino" e che sappia dimostrare più che parlare