lunedì 24 gennaio 2011

Il bambino che corre

Possiamo definire la corsa come l’azione motoria posta alla base di quasi tutte le discipline sportive di movimento.
La corsa, viene considerata come un movimento estremamente naturale, ma fino ai 10 anni circa i bambini evidenziano una carenza proprio nel controllo dell’azione del correre.
Rispetto all’azione del camminare nella corsa è presente la “fase aerea”, infatti nel cammino uno dei due arti inferiori è sempre appoggiato al suolo, nella corsa invece la fase area costituisce il momento in cui il corpo non ha più il contatto con il terreno ed il successivo momento di appoggio necessita di un buon controllo motorio per mantenere l’equilibrio.
Fattori di tipo meccanico e neurologico impediscono che la padronanza del gesto tecnico sia già buono a 5-6 anni, cosa che avviene verso i 10 anni. Prima la corsa è caratterizzata da sbandamenti laterali con i piedi che vanno da tutte le parti prima di ritrovare il contatto con il terreno. Il risultato è un’azione poco corretta, poco armonica in cui anche le spinte dei piedi hanno intensità diverse tra un arto e l’altro, i movimenti sono contratti e molto frequenti anche per la scarsa forza posseduta dai bambini.
Se alla corsa vengono associate salti di ostacolini oppure cambi di direzione fra birilli, le difficoltà vengono a galla, ma è proprio ponendo il bambino di fronte ad una situazione del genere che i difetti diventano più evidenti e quindi il bambino ricorre a tutte le risorse disponibili per evitare o limitare l’errore. In questo modo spontaneamente verranno messi in atto quei piccoli accorgimenti che favoriscono la presa di coscienza di alcune parti del corpo come l’azione equilibratrice delle braccia che dona armonia a tutto il corpo, o come il riconoscere la diversità delle spinte dei piedi a terra.
A tal proposito l’istruttore dovrà invitare i bambini a non correre sempre al massimo ma a fare anche attenzione ad una corretta tecnica di corsa che successivamente sarà fondamentale per andare sempre più veloci.
Occorre sottolineare che l’utilizzo di attrezzi che aumentano le difficoltà dei bambini, sono necessari per dare una influenza positiva sia sulla parte condizionale (velocità, forza) sia sulla parte coordinativa, sia su quella psicologica,
Infatti al miglioramento della velocità corrisponde un miglioramento della coordinazione motoria, della capacità di direzione ed infine tutto questo porta benefici alla sfera psicologica, basti pensare alla sicurezza ed al coraggio che il bambino acquista grazie al superamento di un ostacolo.
Occorre ricordare che tutti gli esercizi che si propongono, toccano sempre sia le capacità condizionali che quelle coordinative, pertanto l’allenamento avrà sempre un effetto globale sulla crescita del bambino.

Michele Moretti - Preparatore Fisico A.S.D. BRACCIANO

Nessun commento:

Posta un commento